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Il primo passo da fare se si vuole partire per un programma scolastico in un altro Paese è iscriversi a un colloquio per l’anno all’estero. Scopriamo insieme di che cosa si tratta e come affrontarlo nel migliore dei modi.

Spesso i ragazzi che si iscrivono all’anno all’estero temono il famigerato test di selezione. Non sanno cosa è e come è strutturato, non immaginano cosa gli esaminatori si aspettano da loro, temono di essere giudicati negativamente e di non poter realizzare il loro sogno. Arrivano così al colloquio agitati e impreparati.

Si tratta davvero di una prova di selezione simile ad un esame? No, gli studenti intenzionati a partire dovrebbero avvicinarsi a questo momento con una prospettiva diversa: il colloquio di idoneità va inteso come un’occasione per riflettere sul perchè fare un anno all’estero, ovvero, sulle motivazioni che spingono a intraprendere un’esperienza che cambierà per sempre la loro vita. Solo in questo modo i futuri exchange student potranno affrontare consapevolmente questa grande avventura.

Di seguito spieghiamo come sono strutturati i colloqui di idoneità e come arrivarci serenamente, oltre a dare una serie di consigli da sfruttare in questa ed altre occasioni.

Ripresa dall’alto di studenti con bandiere di Paesi anglofoni, ispanofoni e tedescofoni all’Orientation WEP, pronti per l’anno all’estero

Il colloquio per l’anno all’estero: cosa è e come è strutturato

Il colloquio per l’anno all’estero è un incontro che permette di capire se i ragazzi che intendono partire sono pronti ad affrontare una simile esperienza.

Se da una parte vivere per un lungo periodo in un altro Paese è un’avventura entusiasmante, dall’altra è un percorso impegnativo, sia dal punto di vista linguistico che emotivo.

Non è quindi un caso che la prima vera tappa di questo viaggio sia proprio l’iscrizione a un colloquio per l’anno all’estero che intende approfondire questi due aspetti.

Test di lingua per l’anno all’estero

Il test di lingua per l’anno all’estero è la prima prova che permette di capire se il ragazzo ha una preparazione linguistica adeguata per poter essere inserito in una famiglia ospitante. Ma soprattutto serve per vedere se lo studente riesce a seguire le varie materie scolastiche in lingua straniera. Questo perché l’exchange year è soprattutto un progetto di studio. Anche chi possiede una certificazione linguistica, deve svolgere il test.

In linea di massima il colloquio è orale, ha una durata variabile (10-15 minuti) e viene svolto nella lingua del Paese ospitante. Di solito le lingue richieste sono quelle previste dal nostro sistema scolastico come l’inglese, lo spagnolo, il tedesco e il francese; non ci si aspetta che gli studenti conoscano altri idiomi.

In questa occasione non si esamina tanto la padronanza della grammatica, ma la motivazione a partire e la capacità di farsi comprendere. Si scelgono perlopiù argomentazioni che hanno a che fare con la quotidianità, ossia quelle che serviranno all’estero soprattutto nei primi tempi.

Per concludere possiamo dire che con una preparazione nella media, i ragazzi di terza superiore non dovrebbero avere problemi a superare il “test di lingua” per l’anno all’estero.

Il colloquio psicoattitudinale per l’anno all’estero

Alcune tipologie di programmi prevedono una seconda prova che serve a comprendere la predisposizione psico-attitudinale dei candidati. Le realtà più professionali organizzano questo momento seguendo protocolli stilati da team di professionisti che conoscono nel dettaglio i punti fondamentali dell’anno all’estero.

Anche quando si svolge con uno psicologo, l’incontro non ha valore clinico. Il focus su cui ci si concentra è il grado motivazionale che sta alla base di questo importante progetto di vita. Oltre a ciò, è fondamentale dimostrare grande spirito di adattamento, flessibilità e capacità di seguire le regole.

In genere questi incontri hanno una durata di circa mezz’ora e si tengono in modalità privata, in modo che venga garantita la più totale riservatezza. Neppure i familiari – che comunque autorizzano la partecipazione dei minori al colloquio – possono prenderne parte.

Nel caso si scegliessero un programma o un’agenzia che non prevedono questa prova, è sempre bene che la famiglia prenda del tempo per domandarsi: siamo pronti per questo tipo di esperienza? Abbiamo la consapevolezza dell’impegno che richiede?

Una giovane sta sostenendo il colloquio d’idoneità per partire per l’anno all’estero con un’esaminatrice dai lunghi capelli castani

Il colloquio di idoneità: perché viene fatto?

Il colloquio per l’anno all’estero è la porta di accesso al sogno che si vuole realizzare. Non si tratta di un pro-forma, ma di un momento di formazione vero e proprio. È un’occasione di confronto sia per lo staff dell’agenzia che per il futuro exchange student.

Si tratta della prima opportunità per far chiarezza sulle motivazioni che spingono a partire. È un momento che mette i ragazzi di fronte a se stessi aprendo interrogativi inaspettati. Questo spazio aiuta a rendere più consapevoli e coscienti rispetto alle proprie scelte: l’anno all’estero è un’esperienza entusiasmante, ma allo stesso tempo molto seria e delicata.

In questa sede si capisce infatti se si è dotati di una sufficiente capacità di adattamento, se si ha la giusta predisposizione per mettersi in gioco in situazioni diverse, se si è abbastanza flessibili… Sono tutte caratteristiche necessarie per evitare esperienze negative e affrontare al meglio un programma di questo tipo.

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Come prepararsi al colloquio per l’anno all’estero: la teoria

Dopo aver chiarito cosa è e perché viene fatto il colloquio per l’anno all’estero, abbiamo pensato di elencare una serie di consigli utili per affrontarlo al meglio. Ecco tutto ciò che serve sapere per fare una bella figura di fronte agli esaminatori:

Essere informati

È molto importante aver partecipato in prima persona agli incontri informativi. Sapere in che cosa consiste l’esperienza, fare domande e prepararsi a vivere questa avventura a livello personale e familiare è, in primo luogo, responsabilità dei ragazzi stessi.

Useful tip

Iscriviti a un incontro informativo online oppure prendi parte ai meeting collettivi o individuali organizzati dalle agenzie. Potrai trovare una risposta a qualsiasi tuo dubbio sull’anno all’estero.

Individuare le motivazioni che spingono a partire

Un ottimo esercizio è quello di focalizzarsi su cosa ha spinto lo studente a interessarsi a questo tipo di esperienza e interiorizzare la propria motivazione. Chi parte non deve esclusivamente farlo perché “è cool” e “ci si diverte”; oppure solo perché “è partito l’anno prima un amico” o perché “i genitori pensano che sia un ottimo investimento per il futuro”.

È legittimo ci siano queste motivazioni, ma non devono essere le uniche. Essendo l’anno all’estero un progetto di vita importante, bisogna interrogarsi nel profondo.

Useful tip

Questo esercizio è utile per qualsiasi colloquio di lavoro in cui in genere si è sottoposti a domande quali “Perché vuole lavorare con noi? Cosa l’ha portata fino a qui?”.

Concentrarsi sugli obiettivi a breve, medio e lungo termine

È fondamentale iniziare a ragionare sulla direzione che si vuole dare al proprio futuro, riflettendo su ambizioni professionali, passioni, esigenze affettive e sociali. Dopo aver preso coscienza del perché si vuole partire, è utile immaginare cosa si vuole realizzare nel lasso di tempo che si trascorrerà all’estero.

Il programma scolastico in un altro Paese è un’ottima occasione per intraprendere un percorso di consapevolezza di sé, che inizia proprio dal colloquio di idoneità.

Useful tip

Alcuni esempi pratici? Se so di avere difficoltà in una determinata materia devo trovare il modo di non incontrare ostacoli al rientro nel recuperare il programma. Se patisco di nostalgia, devo scovare le strategie per non chiudermi in me stesso quando sarò in un nuovo Paese. E così via.

Avere consapevolezza di sé

Descriversi agli altri non è cosa semplice. Nome ed età anagrafica, professione e stato di famiglia non bastano per identificarci. Prima di partire per l’anno all’estero è bene chiarire a se stessi quali sono i propri pregi e difetti insieme alle competenze tecniche o trasversali.

Alcune abilità si possono acquisire in breve e con più facilità, ad esempio la conoscenza di una lingua. Altre invece richiedono molto più tempo e costanza, conviene quindi predisporsi al cambiamento già da subito.

Useful tip

Alcuni esempi? L’indipendenza, l’intraprendenza, l’empatia, la capacità di comprensione o di problem solving. Per farle proprie è bene avere chiare le caratteristiche personali e le motivazioni che stanno alla base delle nostre scelte.

Interrogarsi sugli strumenti da mettere in valigia

Prima di partire è bene avere chiaro quale sia il “kit di sopravvivenza” necessario per un anno all’estero. In questo articolo abbiamo parlato più volte di flessibilità, ma per un programma scolastico in un altro Paese serve anche molto altro: resilienza, autocontrollo, curiosità, capacità di organizzazione, intraprendenza, coraggio. Bisogna inoltre essere abili a relazionarsi e a valutare i rischi, essere responsabili, altruisti, tenaci…

Useful tip

Sapere come preparare al meglio il proprio bagaglio per stare fuori casa per un lungo periodo non è sufficiente. Prenditi dei momenti di tranquillità per stare con te stesso e ragionare sulle caratteristiche indispensabili ad affrontare un’esperienza importante come quella dell’anno all’estero.

Come prepararsi al colloquio per l’anno all’estero: la pratica

Dopo la carrellata di spunti di riflessione utili per arrivare preparati a un colloquio di idoneità per l’anno all’estero, ecco una serie di consigli pratici:

  • Iscriversi e seguire la procedura

Innanzitutto è bene registrarsi correttamente. Di solito online è disponibile un modulo da compilare, a cui segue un’email di convocazione. Di qui in avanti si è seguiti passo passo dal team dell’agenzia e vengono fornite tutte le indicazioni per procedere con la pratica.

  • Comunicazione efficace

Verificare in anticipo di avere una buona connessione internet per i colloqui online, scaricare le applicazioni richieste, avere a disposizione auricolari funzionanti, attivare l’audio. Un suggerimento è di fare delle prove in anticipo in modo da verificare che tutto vada bene.

  • Fare una buona impressione

L’immagine che si dà di sé in soli 10 minuti è quella che conta: è importante dimostrare la propria motivazione anche attraverso l’espressione del volto e il tono di voce, oltre a presentarsi sinceri e genuini! Per i meeting online una buona inquadratura della telecamera, la giusta illuminazione e lo sfondo che si sceglie di usare sono fondamentali. Inoltre è bene accertarsi dell’assenza di rumori che possano disturbare l’attenzione durante il colloquio.

In un contesto urbano due future exchange students sono impegnate in un’attività di socializzazione organizzata in città da WEP
Cinque studentesse con la t-shirt di WEP riflettono su quanto scritto su un foglio che stanno leggendo insieme. Altri ragazzi sullo sfondo
Alcune studentesse con una maglietta e zainetto WEP sono radunate in cerchio durante l’urban game WEP Challenge. Sorridono e chiacchierano

Il colloquio per l’anno all’estero: può andare male?

Diciamo le cose come stanno, l’opzione esiste: può succedere che il colloquio per l’anno all’estero non vada a buon fine. Cerchiamo di capire il perché e come possiamo interpretare una risposta negativa.

Le agenzie che puntano sulla serietà e sulla professionalità hanno a cuore in primis i ragazzi e il loro benessere. Fanno quindi il possibile per evitare che gli studenti si trovino in situazioni difficili da gestire una volta lontani.

In un Paese dalla cultura diversa dalla nostra, in cui si parla una lingua straniera e si è lontani dai propri affetti, ci si sente maggiormente esposti e risulta più difficile gestire situazioni complicate. Ecco perché è importante preservare i giovani da fallimenti prevedibili.

Inoltre, un rientro anticipato richiede giustificazioni di varia natura: con la propria scuola, con la famiglia, gli amici… Situazioni scomode da gestire che sarebbe meglio evitare. Insomma, è bene non esporre gli studenti a un’esperienza per cui non sono pronti.

Infine conviene scongiurare la possibilità che i genitori vadano incontro a un impegno economico ingente per poi valutare che l’investimento è stato fatto nel momento sbagliato.

In ogni caso, se il colloquio di idoneità non dovesse andare bene, è importante riflettere sul perché. Forse la motivazione non è così forte o forse l’occasione è un trampolino di lancio per fare un salto in un’altra direzione. Si tratta comunque di un’opportunità per conoscersi meglio e capire quale strada imboccare.

Colloquio di idoneità per l’anno all’estero: primo step superato

Ora conosci tutti i trucchi per affrontare al meglio il colloquio di idoneità e dare inizio alla tua grande avventura. Partire per l’anno all’estero è una scelta coraggiosa, che richiede maturità, consapevolezza e coraggio. Fin da subito.

Ecco perché è importante avere tutti gli strumenti per partire con il piede giusto: con i consigli che ti abbiamo dato hai una panoramica esaustiva di cosa devi fare per essere ammesso ad un programma scolastico all’estero. Il resto spetta a te.

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Jessica Binelli

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